Vi è mai capitato, assistendo alle vicende politiche locali e nazionali, di avere la sensazione che qualcosa mancasse, che non andasse bene, e che proprio quella mancanza o imperfezione potesse essere colmata in qualche modo da voi?
Quante volte in segreto vi sarete detti “se fosse per me…se ci fossi stato io”. Bene, Prima le Idee nasce proprio da qui.
Dalla consapevolezza di poter dare un contributo concreto e positivo per il bene della comunità, proprio quando le cose per il nostro Paese non vanno per il meglio.
Ciò che verrà proposto all’interno dei tavoli di lavoro potrà essere al centro dell’azione politica di tutte le realtà che vi prenderanno parte.
Partire dalle idee vuol dire uscire dagli schemi dell’individualismo e concentrarsi sulla meritocrazia. Dare voce alle idee, non è l’espediente banale di chi, in definitiva, vuole fermarsi alle apparenze, ma l’inizio di un progetto serio che ha bisogno di tutte le forze positive del Paese per cambiare e migliorare l’attuale stato di cose.
Crediamo che i cittadini debbano sentirsi fautori del proprio presente e artefici del domani. Non dobbiamo temere di manifestare i nostri pensieri, le nostre teorie, non dobbiamo smettere di difendere i valori in cui tutti qui crediamo. Forse questa è la nostra sfida più importante. Le sfide, possono essere vinte o perse, ma non devono essere rifiutate. Significherebbe rinunciare a tutto, a noi stessi.
Proporre è il vero primo passo per mettersi in gioco, con le proprie idee, le proprie azioni e le proprie energie. La proposta crea le premesse concrete per la partecipazione alla vita pubblica di ogni comunità. Senza tale atto propositivo si rischia di cadere in un vuoto gioco retorico.
La condivisione è la creazione di quelle relazioni comunitarie che necessariamente si devono instaurare in un processo di partecipazione alla sfera civile e politica. Senza relazioni, senza condivisione non c’è unità. Se non c’è unità non c’è forza e tutto cade inesorabilmente nel vuoto.
Prima le Idee si fonda su elementi ben precisi che delineano il filo conduttore della sua azione politico-culturale.
Posizione
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